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I simboli che si possono ammirare sui trulli rappresentano il retaggio
della cultura contadina della Valle d’Itria e della sua capacità di elaborare
una strategia per ingraziarsi la sorte. Nella valle dei trulli è possibile
scorgere, sulle chiancarelle grigie che
costellano i coni, segni che da generazioni vengono rinnovati annualmente allorquando si dà il bianco di calce. Questo atto di amore conosciuto come “l’allattare” (dare cioè il latte di
calce alle pareti) viene rinnovato ogni anno per rendere candidi i muri,
sanificare gli ambienti e scacciare via i cattivi spiriti. Ogni anno, da generazioni, i proprietari dei
trulli ricalcano questi simboli come atto beneaugurante verso la propria terra,
la propria sorte e i propri antenati, quasi a colmare la distanza dei figli dai
propri trisavoli, pur alle volte avendo perso il significato originario di
quegli stessi simboli.
La Puglia è stata e continua ad essere una terra d’accoglienza dove
diverse culture si sono incontrate e contaminate lasciando tracce indelebili
nella lingua e nelle tradizioni. Pertanto il tema del sacro e della protezione
è l’interpretazione più convincente data a tali segni. Inoltre la cultura
contadina, vivendo in simbiosi con il ciclo delle stagioni e dovendosi proteggere
dalla minaccia di raccolti cattivi dovuti ai rovesci del tempo, usava il cono
dei trulli quasi come una sorta di amuleto per ingraziarsi il cielo.
Seguendo gli studi degli antropologi e dei semiologi locali sono
identificabili più di cinquanta diversi simboli tracciati, ma la matrice comune
sembra identificare e interpretare, in chiave sempre diversa, i segni cristiani,
quali la croce o il cuore della Madonna.
Tuttavia proprio a causa delle alterne vicende della Puglia, terra
dove si sono incontrati greci, bizantini, longobardi, monaci basiliani, spesso
nei simboli tinteggiati sui trulli è possibile rintracciare anche una matrice
più orientale legata ai culti ortodossi, ma anche a quelli pagani quali simboli
che ricalcano il sole o il ciclo delle
stagioni.
Non è raro vedere sui coni ricalcate forbici e ferri di cavallo,
facendo emergere un’interpretazione magica al bisogno di protezione contro il
malocchio. Infatti nelle case degli abitanti del sud tali arnesi si
nascondevano negli interstizi delle pietre contro occhi e attenzioni
indiscrete.
Pertanto i simboli dei trulli
sono una testimonianza di come i contadini della Valle d’Itria combattessero
contro i cattivi pensieri e la malasorte quotidianamente, usando questa
costruzione che sfida le leggi della gravità ergendosi verso l’alto, per
lanciare un messaggio beneaugurate il cielo, che, così, li avrebbe guardati con
occhi generosi.